Nonostante i molti stimoli alle pratiche sportive che arrivano dai medici e dai media, specie in prossimità dei giochi olimpici, di fatto una buona fetta della popolazione mondiale non pratica mai attività fisica. Quella della sedentarietà quasi assoluta è una vera e propria pandemia, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha effetti importanti sulla salute. A fare il punto, a pochi giorni dall’inizio dei Giochi di Rio 2016, è la rivista Lancet, che dedica uno speciale all’argomento.
Linee guida attività fisica
Le linee guida raccomandano per gli adulti 2,5 ore di movimento moderato o 75 minuti di attività fisica intensa a settimana, e un’ora al giorno per i ragazzi tra gli 11 e 17 anni, ma il 23% degli adulti e l’80% degli adolescenti in età scolare è fisicamente inattivo. Dal 2012, anno delle Olimpiadi di Londra, progressi sono stati fatti nei programmi nazionali di sorveglianza, adozione di politiche nazionali e interventi per favorire l’esercizio fisico, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, ma si tratta di risultati ancora insufficienti e modesti secondo Lancet. Anche se l’80% dei paesi segnala di avere politiche e piani nazionali per il movimento, solo il 56% ha fatto degli interventi operativi. Tutto questo ha un forte impatto sulla salute.
Ogni anno ad esempio quasi 300mila nuovi casi di demenza potrebbero essere evitati se si facesse movimento, visto che l’attività fisica ha un effetto protettivo contro questo tipo di malattia. Un numero destinato ad aumentare, se non cambieranno le cose, visto il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale. Rimangono inoltre forti differenze tra i sessi, cioè quello femminile si muove meno di quello maschile in 137 paesi su 146, e sugli anziani, che sono la fascia più a rischio di inattività. Di questo passo, conclude Lancet, l’obiettivo dell’Oms di ridurre l’inattività del 10% entro il 2025 non sarà raggiunto.